Eau de… nightmare!

Era una graziosa mattinata di primavera e, come tutte le mattine, in stazione, prendo la mia copia di “Leggo”. Sfoglia di qui, sfoglia di là ed ecco che i miei occhi suini captano un’immagine nociva. Questa:

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Per la gioia dei miei incubi, dopo un prototipo di iRing la cui utilità mi è ancora oscura, è (quasi) arrivato il profumo che sa di Mac: Eau de Pro (o Eau de MacPro, non sono riuscita a capire).

Ma di cosa sa un Mac? Stracchino? Piedi? Cacca di pesce con problemi intestinali? Pesca? Fragranza fruttata e decisa o delicata e floreale? Ma no! Nulla di tutto questo! Si vede che non ho mai toccato un Mac in vita mia. L’aroma che ogni Mac user vorrebbe avere sulla pelle è ovviamente quello di imballaggio. Quale miglior modo di uscire di casa se non profumando di colla, cellophane, polistirolo, cartone e alluminio? Ed io che mi ostino a comprare ancora il bagnoschiuma al mughetto, roba passata! Il futuro è il profumo di magazzino.
Ma la vera domanda è: quando potremo profumare anche noi come degli scatoloni bollati Mela? Teoricamente mai. Gavin Bell, Jarrah de Kuijer e Simon McGlinn (i creatori di questo abominio, ah sì, tanfo, cavolo, profumo!) lo useranno solo durante le loro mostre, in degli elegantissimi diffusori di forma fallica.

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Informazioni su byruit

Tecnico hardware, geek improvvisata, fotografa analogica (e non) scarsa, amante della tecnologia vetusta, pendolare senza speranza..

Pubblicato il 7 Maggio 2012, in Geek Life con tag , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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